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PREFAZIONE.
Negli oltre due decenni di insegnamento letterario, mi sono capitati un paio di incidenti
forse non comuni. Alla maturità classica del 1976 due miei studenti furono bocciati.
Preferirono non ritornare nella scuola privata che avevano fino allora frequentato, per
iscriversi ad un liceo statale. Dopo un mese, però, li vedo arrivare un po
frastornati a chiedermi le dispense su cui avevo fissato linsegnamento del programma
e che essi, seccati per la bocciatura, avevano stracciato. Mi esposero il motivo: "Su
queste, almeno, si capisce e si riesce a studiare; nella nuova scuola, fra libri e
insegnante, siamo disorientati". Il secondo caso fu addirittura grottesco. Accadde
alla maturità dellanno seguente. Un candidato aveva scelto come prima materia di
esame orale la Letteratura italiana. Linterrogazione si aggirò anche sul
DAnnunzio, di cui fu richiesto il commento ad un testo poetico, tra quelli segnalati
dal programma della scuola. Lanalisi fatta assicurava poi lo studente
interessato- aveva seguito quella proposta in scuola e fissata nelle cartelle
ciclostilate. Le notazioni espresse sorpresero la commissione che uscì in questa
conclusione precipitosa: "Diamo il massimo voto a questo candidato, ma a nessuno
più, in seguito: altrimenti non potremmo segnalare la distinzione di competenza!..."
. Alcuni compagni vennero a lamentarsi con linsegnante, che li aveva danneggiati,
impedendo loro di accedere alla più alta classificazione, ancor prima di essere
esaminati.
Mi è sembrato di trovare in simili episodi uno stimolo a realizzare un progetto a lungo
vagheggiato, ma sempre rimandato: dare alle dispense scolastiche un contenuto più
esauriente, mantenendo, però, le premesse estetiche e i parametri critico-storiografici
che ne discendono. Ne sono risultati questi APPUNTI PER UNA STORIA DELLA LETTERATURA
ITALIANA, che speriamo saranno trovati ancora chiari e studiabili. Il giudizio resta
naturalmente ad insegnanti, studenti, ai quali auguro Buon lavoro!- ricordando gli
"anni verdi" trascorsi al loro posto.
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